La nuova vita 2.0 di aforismi e citazioni

Nella vita reale, quella in cui si stringono le mani al posto di lanciarsi gli emoji e si offrono caffè al posto dei Like, nessuno (o quasi) parla per citazioni. O meglio, se mai capitasse di imbattersi in un dotto interlocutore che fa piovere decine di aforismi, la gamma delle reazioni nella testa della vittima potrebbe toccare diverse fasi, dall’ammirazione (Wow! Quante cose sa…) al fastidio (Ok, abbiamo capito che sei colto, ma ora basta!) fino all’odio fisico (La prossima volta che cita Schopenhauer gli stacco un dito a morsi).

Se questa è una situazione rara nel mondo reale, non è così per l’universo parallelo in cui dimoriamo per buona parte delle nostre giornate, quello del Web e dei social. In questa nicchia bidimensionale dell’esistenza, infatti, è un continuo fiorire di citazioni, massime, motti di spirito e aforismi.

Ovviamente ciò accade su Twitter, per costituzione votato al lampo di genio in 140 caratteri, propri o altrui. Anzi, Twitter ha creato una nuova forma di citazione, il retweet, in cui non cito più Virginia Woolf, ma @Virgy82. Facebook, poi, pullula di gruppi e pagine dedicate alle citazioni e agli aforismi, senza contare che molte persone postano di continuo motti celebri, in formato testuale o sotto forma di jpg pronti all’uso, con sfondi dal gusto discutibile (perlopiù amanti che si danno a velati preliminari, mani che si intrecciano, cieli puntellati di soffici nuvolette e romantici tramonti).

Quest’ultima forma di citazione grafica è così diffusa che sono nate anche dozzine di citazioni fasulle, i Fake Quotes (in Italia solitamente chiamati “citazioni improbabili”), parenti stretti dei meme, anch’essi, d’altronde, una forma di citazione.citazioni improbabili michael knight

Innumerevoli sono poi i portali che raccolgono centinaia di enunciati prêt-à-porter, non solo virgolettati di personaggi celebri ma anche frasi preconfezionate per ogni occasione, dagli auguri di compleanno alle condoglianze.

La citazione (in particolare quella colta) ha quindi una nuova, sfolgorante vitalità, ma ha perso del tutto le caratteristiche che la contraddistinguevano e si è slegata da ogni vincolo mnemonico e sociale. Permane, è vero, l’intertestualità propria degli oggetti letterari e artistici, ma nella vita quotidiana la citazione è passata dall’essere prerogativa di pochi dotti dalla memoria invidiabile alla virtù di chiunque abbia una connessione Internet. La democratizzazione della cultura e dell’informazione compiuta dai nuovi media passa, quindi, anche da qui.

La pratica della citazione estrema propria dei social è data però anche da un altro fattore, tipico delle nostre bizzarre vite virtuali, la smania di farci sentire, anche quando non abbiamo granché da dire. Non sempre ho una foto carina da postare, non sempre ho un aneddoto divertente da raccontare o mi capita qualcosa di eccezionale da condividere, molto raramente riesco a elaborare frasi profonde sul valore dell’amicizia o sul senso dell’esistenza. C’è però sicuramente qualcuno che l’ha fatto.
E allora, per citare un noto pensatore anglo-libanese, “Relax, take it easy”.

Pubblicato da Carmela Giglio

Cacciatrice di sinonimi, scalatrice di costrutti sintattici, esploratrice di ambiguità semantiche, con un'improvvida attrazione per tutto ciò che è visuale e visionario.