[risposte in pillole] Perché il corsivo si chiama italico?

italicSarà forse una domanda che si sono posti solo i grafici e pochi altri sfaccendati (come la sottoscritta), ma perché il corsivo si chiama italico? Perché oggi consideriamo un font (e non una font) che abbia quella particolare inclinazione sulla destra – al netto di ogni devianza politica – come riconducibile a qualcosa di italiano?

L’italico (anche in inglese contraddistinto come italic) prende questo nome dal celebre tipografo veneziano Aldo Manuzio che, all’inizio del XVI secolo, diffuse questo tipo di carattere inclinato, ideato da Francesco Griffo, tipografo Bolognese il quale, a sua volta, era stato ispirato da umanisti quali Poggio Bracciolini, Coluccio Salutati e Niccolò Niccoli, che avevano promosso l’introduzione della cosiddetta scrittura umanistica, in reazione all’oscura scrittura gotica a cui, ancor prima, si era già ribellato Francesco Petrarca. Quest’ultimo nei suoi manoscritti aveva usato la minuscola carolina (che gli umanisti chiamavano littera antiqua, perché ritenuta più vicina all’uso degli antichi, in contrapposizione alla “barbara” scrittura gotica), dai caratteri più chiari e tondeggianti, quindi più facilmente leggibili rispetto alla gotica, le cui lettere squadrate e legate rendevano complessa la lettura e la scrittura. Gli umanisti ripresero la carolina e la modificarono, inclinandola e rendendola ancor più leggera ed elegante, italica insomma.

La lunga storia del corsivo (ripercorribile per intero qui) è quindi la storia dell’Umanesimo che si ribella ai Secoli Bui, la storia della cultura che vuole diffondersi ed essere accessibile a una più vasta fetta di umanità, è la storia dell’orgoglio italico quando ancora l’Italia non c’era, ma già ci si lagnava dei suoi problemi.

Pubblicato da Carmela Giglio

Cacciatrice di sinonimi, scalatrice di costrutti sintattici, esploratrice di ambiguità semantiche, con un'improvvida attrazione per tutto ciò che è visuale e visionario.