Come (non) scrivere una tesi di laurea

ladro-di-orchidee-nicolas-cageSiccome è troppo lungo e complesso spiegare nel dettaglio come scrivere una tesi di laurea (per cui esiste una ricca bibliografia in merito, il cui primo titolo è ovviamente Come si fa una tesi di laurea di Umberto Eco), credo sia più semplice elencare i principali errori che si possono commettere nella stesura della tesi, in particolare triennale, quando siete, insomma, alla vostra “prima volta”.

Gli 8 errori più comuni da evitare

1. La relazione con il relatore
Alcuni studenti decidono con largo anticipo quale sarà il loro relatore e lo scelgono perché hanno le idee ben chiare su quale sia la disciplina di loro interesse. In caso contrario, non affidatevi a fattori “personali” quali la simpatia del docente o la fama che ha all’università: alcuni studenti scelgono docenti di cui si dice siano molto buoni, molto permissivi o molto lassisti, in modo da poter fare un lavoro sciatto. Ricordate che potreste avere una sgradita sorpresa e trovarvi di fronte a un professore molto puntiglioso ed esigente, a dispetto di quanto detto da altri compagni. Inoltre, scegliere un docente per le sue caratteristiche personali e non per ciò che insegna vi farà lavorare su un argomento che non vi interessa, rendendo la stesura della tesi un momento davvero insopportabile. Pensate quindi a cosa vi piace, non a chi vi piace!

2. Non essere interessati all’argomento
Quanto detto sopra anticipa un altro degli errori più frequenti: far scegliere l’argomento esclusivamente al relatore. Se non sapete proprio su cosa incentrare il vostro lavoro e volete un consiglio, fatevi dare una lista di opzioni tra cui poter scegliere. In questo modo potrete lavorare su quella che più vi interessa senza essere costretti a leggere decine di libri su un tema che vi annoia.

3. Sottovalutare la bibliografia
In molti, arrivati al termine dell’università, credono di dover dimostrare di essere originali e di non aver bisogno di affidarsi ad altri testi da cui prendere le mosse per il proprio studio. In realtà, la bibliografia è il punto di partenza, la base del vostro lavoro, innanzitutto perché è esplicitamente richiesto che il laureando dimostri di sapersi “confrontare” con quanto già pubblicato su un determinato argomento, inoltre, con una bibliografia scarsa rischiate di prendere clamorosi abbagli, come sostenere argomentazioni già esposte da anni. In questo dovrebbe aiutarvi il vostro relatore, arricchendo quanto più l’elenco dei libri da leggere e da inserire in bibliografia.

4. Strutturare poco (o male) gli argomenti
La struttura della tesi non riguarda solo la corretta suddivisione in frontespizio, indice, introduzione, conclusioni, bibliografia. La parte centrale, cioè i capitoli che compongono la tesi vera e propria, deve essere ben strutturata. Per questo è utile, ancor prima di mettersi a scrivere, stendere una scaletta, che poi potrà essere la traccia dei capitoli e dei paragrafi in cui dividere il testo. Iniziare da subito a scrivere, senza aver chiara la scansione degli argomenti, renderà poco scorrevole il testo, con il rischio di ripetere alcuni concetti o dimenticarne altri.

5. Scrivere in un cattivo italiano
Anche se non vi laureate in una facoltà umanistica, è indispensabile che il vostro lavoro sia scritto in un italiano corretto e comprensibile. Rileggete almeno due volte quanto scritto, meglio se a distanza di qualche giorno. In questo modo potrete notare meglio errori ortografici o semplici refusi. Controllate accenti e apostrofi, la punteggiatura, l’uso delle maiuscole, che non devono essere messe a casaccio, le concordanze tra soggetto e verbo, tra sostantivo e relativi aggettivi, articoli, preposizioni (ad esempio “aprirono tutte la finestre delle casa”) errori frequenti ma difficili da notare. Inoltre non usate frasi lunghe e complesse e preferite la struttura paratattica, in cui prevalgono le frasi coordinate, a quella ipotattica, ricca di subordinate. Uno stile involuto e pomposo non dimostra quanto siete bravi, ma rende la lettura difficile e può indurvi più facilmente a commettere errori morfosintattici.

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6. Copiare, farsi scrivere o comprare la tesi
Oltre a essere un reato e moralmente sbagliato, copiare la tesi è stupido, per il semplice fatto che possono scoprirvi più facilmente di quanto crediate. Se per “allungare il brodo” prendete alcuni brani da Internet o da un altro testo, il vostro docente potrà accorgersi del repentino cambiamento di stile o potrà magari suonargli qualche campanello in testa (“questa dove l’ho già sentita?”). Non è una possibilità così remota. Farsi scrivere la tesi da un amico, dalla fidanzata o comprarla da un ghostwriter, oltre a essere un reato, è anche umiliante per il proprio amor proprio. Ma questi son giudizi personali. Tant’è.

7. Sottovalutare l’introduzione (e le conclusioni)
Purtroppo non è una semplice leggenda metropolitana. Alcuni relatori leggiucchiano solo le tesi, molti controrelatori non fanno nemmeno quello e danno solo un’occhiata all’introduzione e alle conclusioni. Le conclusioni, paradossalmente, sono da scrivere preferibilmente prima dell’introduzione, perché chiudono il discorso che avete portato avanti fino all’ultimo capitolo. Se la vostra tesi è perlopiù di tipo compilativo e, in fondo, non state dimostrando nulla, le conclusioni dovrebbero comunque “fare il punto” della situazione, magari ribadendo quanto detto in altri punti dell’elaborato. L’introduzione è invece da scrivere alla fine, in modo che possa tener conto di ciò che avete effettivamente scritto e non di quanto pensavate di scrivere all’inizio del vostro lavoro. Nell’introduzione dovete anticipare quali saranno gli argomenti trattati, riassumendoli e senza addentrarvi nei dettagli.

8. Formattare male il testo
Proprio per evitare oscenità grafiche, che spesso rendono il testo illeggibile, molte facoltà si sono dotate di un vademecum da distribuire ai laureandi in cui sono riportate tute le indicazioni sulla formattazione (corpo del carattere, margini, interlinea, modalità di citazione a piè pagina e nella bibliografia, ecc.). Seguite scrupolosamente questi suggerimenti, ricordando che i componenti della commissione (e a volte il controrelatore) si limitano a sfogliare la vostra tesi, per cui la prima cosa che salta all’occhio sarà un cambio repentino di font, un margine che salta o un grassetto ballerino. Mettete, insomma, il “vestito buono” alla vostra tesi e… in bocca al lupo!

Pubblicato da Carmela Giglio

Cacciatrice di sinonimi, scalatrice di costrutti sintattici, esploratrice di ambiguità semantiche, con un'improvvida attrazione per tutto ciò che è visuale e visionario.