5 metodi suggeriti dal Web per smettere di dire parolacce

Molte persone dicono parolacce, perché è innegabilmente una delle cose più liberatorie della comunicazione linguistica. Alcune di queste persone, però, a un certo punto della loro vita decidono di smettere. La motivazione più ricorrente è l’arrivo dei figli. Dopo i primi tempi in cui il pargolo sembra essere solo un produttore seriale di vagiti, strilla e umori maleodoranti, ci si rende conto che sta imparando a parlare. Da questo momento in poi, si profila l’urgenza di dover smettere di imprecare.
Ma come? Che siate imprecatori moderati o aspiranti protagonisti di Sausage Party, evitare di dire parolacce non è semplice, soprattutto in contesti familiari, in cui si adotta naturalmente un registro molto (o troppo) rilassato.Sausage-PartySe proprio non riuscite con la sola forza di volontà, in vostro aiuto arriva il Web, tramite forum e How to (o più semplicemente “guide”) dedicati all’argomento. Ecco alcuni dei metodi più suggeriti in rete.

1. Il metodo Swear Jar
Letteralmente sarebbe il “barattolo delle imprecazioni”. Tra le tante cose che prendiamo in prestito dalla cultura americana, c’è anche questo metodo, che molti avranno sicuramente visto in tv o al cinema. Si tiene un barattolo di vetro in cui mettere un dollaro (o un euro) per ogni parolaccia che ci si lascia sfuggire. In questo modo si smette per evitare di perdere dei soldi, che sono destinati al componente della famiglia che vigila sul processo di redenzione linguistica.

2. Il metodo masochistico
È una variante violenta del metodo Swear Jar, perché prevede sempre una punizione, ma questa volta fisica. Su Internet le punizioni suggerite sono le più varie: tirarsi uno schiaffo, pizzicarsi, darsi una frustata con un elastico infilato nel braccio… Insomma, libero sfogo alla fantasia, purché faccia male.yahoo-answer

3. Il metodo “cambia te stesso“
Personalmente, è quello che trovo più esilarante. Per smettere di imprecare bisogna semplicemente (semplicemente!) cambiare atteggiamento mentale nei confronti del mondo e/o evitare le situazioni che scatenano la nostra rabbia linguistica.wiki-how
Insomma, quando diciamo le parolacce? In macchina? In ufficio? Allo stadio? Bene, evitiamo il traffico, licenziamoci, smettiamo di tifare (quest’ultima ipotesi per alcuni è più irrealizzabile delle dimissioni).

4. Il metodo cooperativo
Anche questo è un metodo molto simpatico, perché implica il coinvolgimento di un amico, un parente, un collega, che ci assista nell’arduo compito. Bisogna individuare una persona che in genere sta con noi un buon numero di ore al giorno. Costui, o costei, ci farà notare, in modo più o meno delicato, quando diciamo una parolaccia, magari provvedendo a una punizione ad hoc.

5. Il metodo della sostituzione
Basta sostituire la parola incriminata con un’altra. La sostituzione può avvenire per assonanza. I casi più comuni sono le parole che iniziano per ca-, come cavolo, cappero o cacchio (termine che in origine designa il germoglio non fruttifero della vite, che viene scartato) o semi-imprecazioni come porca puzzola, porca pupazza e simili.
Un’altra sostituzione consiste nell’usare altre esclamazioni innocue, seppur un po’ ridicole, come ohibò, perdinci, accipicchia, perdindirindina, ecc.Atlanta
Altrimenti, potete imprecare in un’altra lingua, se siete bilingue o se conoscete molto bene un altro idioma. Il più comune è ovviamente l’inglese, di cui, grazie al piccolo e al grande schermo, abbiamo appreso ogni genere di imprecazione.
Se il problema riguarda il corretto esempio da dare ai vostri figli, però, sappiate che in poco tempo potrebbero aggirarsi per i giardinetti con il piglio di un rapper della East Coast, urlando “Ehi, you, motherfucker!”.

Pubblicato da Carmela Giglio

Cacciatrice di sinonimi, scalatrice di costrutti sintattici, esploratrice di ambiguità semantiche, con un'improvvida attrazione per tutto ciò che è visuale e visionario.