Quali parole abbiamo imparato dalle serie tv americane?

Jesse Pinkman - Breaking BadPer la mia generazione fino a pochi anni fa la fruizione delle serie tv era veicolata esclusivamente dalla televisione in chiaro e rigorosamente doppiata in italiano. Pensate a E.R. – Medical Division: nessuno sapeva cosa veramente si dicevano in inglese e soprattutto nei celeberrimi momenti di criticità, con il montaggio convulso a sottolineare la drammaticità degli eventi, quello che arrivava alle orecchie di chi non era medico era solo un confuso 18 cc di questo, 10 cc di quest’altro, carica, libera…

Con la diffusione di Internet e l’avvento dello streaming (legale o pirata, soprassediamo…), si è diffusa la pratica di vedere le serie (e ovviamente i film) in lingua originale, con i sottotitoli di valenti e velocissimi traduttori anonimi (Thanks, guys!).

Ma, a parte godere infinitamente di serie come I Soprano, Dexter, Mad Men, Orange is the New Black, House of Cards, ecc., quali vantaggi (linguistici) abbiamo tratto?

Ovviamente le parolacce. Fuck innanzitutto, improvvidamente tradotto per anni con espressioni come quella fottuta macchina e questo fottuto caffè, quando bastava mettere un’interazione volgare parimenti usata nella nostra lingua e tradurre con questo cazzo di caffè… Non solo. Tutti ci siamo divertiti a ripetere i vari You, Motherfucker! o Holy Shit!
Per non parlare del delizioso Yo, Bitch! di Jesse Pinkman…

Ci sono inoltre altre espressioni, meno volgari, ma che spesso sentiamo come Oh/Ehi, man! (tradotto con Oh/ehi, amico), Ehi, Dude! (ehi, bello oppure ehi, tipo, per una traduzione più tamarra…), I got it (Ho capito) o I see… (Capisco…).

Gli esempi sono innumerevoli e ciascuno può essere stato colpito da una parola o un costrutto particolarmente icastico che lo ha perseguito anche di notte (Creepy!), perciò questo post è da considerarsi “aperto” a tutti i contributi esterni. Quali parole o frasi inglesi avete imparato guardando le serie tv in lingua originale?

Pubblicato da Carmela Giglio

Cacciatrice di sinonimi, scalatrice di costrutti sintattici, esploratrice di ambiguità semantiche, con un'improvvida attrazione per tutto ciò che è visuale e visionario.