S’i fosse congiuntivo

fantozzi filiniUno degli evergreen delle discussioni sullo stato della lingua riguarda il congiuntivo. È morto? Sta morendo? Bisogna salvarlo oppure accettarne supinamente il tragico destino? In realtà, il congiuntivo non sta poi così male. Più semplicemente, sbagliare un congiuntivo è uno degli errori più diffusi. Ciò non vuol dire che stia scomparendo, almeno non in un futuro prossimo.

Le fiction televisive guardate dalle nostre mamme (e non solo) continuano a mettere in bocca ai loro laccatissimi personaggi frasi dalla consecutio perfetta; i cartoni animati che ipnotizzano i nostri figli vivono rocambolesche avventure in un italiano invidiabile (e ai limiti del verosimile); nelle nostre scuole, fortunatamente, si continuano a insegnare tutti i modi verbali. I nostri politici sono ancora presi in giro quando scivolano su un “Mi facci finire” di fantozziana memoria.

Non è il caso, insomma, di altri illustri scomparsi. Vi ricordate di codesto? Quando ero piccola veniva ancora insegnato a scuola (con mia somma confusione tra “ciò che è vicino a chi parla” e “ciò che è vicino a chi ascolta”…), mentre oggi è totalmente sparito dai radar, eccezion fatta per la parlata toscana.

Se della tragica dipartita di codesto, però, nessuno si lagna, per le sorti del congiuntivo tutti trepidano. In rete le pagine dedicate al suo corretto uso si sprecano e anche le collezioni degli errori più celebri non mancano, come quelle sugli strafalcioni nella musica leggera italiana. Su Twitter sono tantissime le battute che interessano il congiuntivo (qui una divertente raccolta), mentre su Facebook spopolano i gruppi che ironizzano sulle prepotenze dell’indicativo o che, più seriosamente, si battono per la salvaguardia del più sfortunato congiuntivo.

Non solo, quindi, si usa ancora, ma, soprattutto, se ne parla un sacco. È così comune sentire lamentele sul cattivo stato del congiuntivo che pare stia vivendo una dimensione metalinguistica tutta sua, che interessa non più soltanto gli “addetti ai lavori”, ma chiunque abbia una voce (soprattutto virtuale), dal professore di italiano fino alla versione 2.0 della casalinga di Voghera.
Che sia forse come il vero amore, secondo La Rochefoucauld?
Tutti ne parlano, ma ben pochi l’hanno visto.

Pubblicato da Carmela Giglio

Cacciatrice di sinonimi, scalatrice di costrutti sintattici, esploratrice di ambiguità semantiche, con un'improvvida attrazione per tutto ciò che è visuale e visionario.