[risposte in pillole] Perché si dice cin cin quando si brinda?

Colpo-Grosso-cin-cinBrindare è un gesto che abbiamo fatto tutti, almeno una volta nella vita, accompagnandolo con il tradizionale cin cin, tanto che quest’espressione è diventata sinonimo di brindisi (Facciamo un cin cin!). È una pratica universale che accomuna ricchi e poveri, buoni e cattivi. Se i più raffinati dicono prosit (che deriva dal linguaggio liturgico e, in latino, significa “che giovi”) e molti si limitano a un semplice alla salute, tutti possono trovarsi d’accordo sul gesto di alzare e accostare i bicchieri unendovi vari riti scaramantici (guardarsi negli occhi, bere prima di poggiare il bicchiere sul tavolo o, per altri, poggiare il bicchiere sul tavolo e poi bere: non ho mai capito chi avesse ragione).

Ma perché si dice cin cin? L’espressione deriva dal cinese ch’ing ch’ing, che significa “prego, prego”, una formula che i marinai europei, soprattutto britannici, sentivano spesso nei loro viaggi in Estremo Oriente e che iniziarono a scambiarsi, di porto in porto, fino all’arrivo sulle nostre coste nella forma dell’attuale cin cin.

I marinai inglesi, però, pur trasformando il ch’ing ch’ing cinese in chin chin si limitarono a usarlo come formula di saluto nei loro viaggi, mentre da noi è giunto per accompagnare il brindisi. In inglese, infatti, il brindisi si accompagna con l’espressione cheers, da cheer, “allegria, buon umore”, che ha tutt’altra origine (dal latino cara, “viso”, poi passato al francese antico chier e infine nell’inglese, in cui ha assunto il significato di “umore” e “buon umore”).

Cin cin è entrato, comunque, non solo nei nostri calici, ma anche in quelli dei nostri diretti concorrenti in fatto di vino. I francesi, infatti, oltre al comune santé, dicono tchin tchin.

I cinesi non usano invece quest’espressione per brindare, ma dicono yung singgan bei, mentre con ch’ing ch’ing indicano il “bacio. In Giappone, infine, cin cin ricorda la parola chinchin (che potete ascoltare qui), un termine che si usa anche per indicare il pene, un augurio insomma non adatto a un cin cin, ma, più prosaicamente, a una ragazza cin cin.

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Pubblicato da Carmela Giglio

Cacciatrice di sinonimi, scalatrice di costrutti sintattici, esploratrice di ambiguità semantiche, con un'improvvida attrazione per tutto ciò che è visuale e visionario.