Chiunque voglia diventare ricco e/o famoso partecipando a un gioco televisivo potrebbe imbattersi nel fatidico domandone: “Qual è il participio passato di… ?”. Se quindi state cercando di approdare a Palazzo Chigi passando prima dagli studi di Mediaset (come pare abbiano fatto i loschi personaggi qui a fianco…), sappiate che è necessario arrivare con la giusta preparazione. Ecco un elenco dei participi passati più difficili da rintracciare: attenzione, però, molto spesso si tratta di verbi difettivi, cioè mancanti di alcuni tempi verbali. Se siete su Canale 5, sappiate che potrebbe trattarsi di una domanda trabocchetto; se invece vi viene in mente nella vita di tutti giorni, fermatevi un istante e trovate un buon sinonimo.
Adempiere/Adempire | Per dire che avete finalmente chiamato quella vecchia zia che non sentivate da Natale, potete esclamare: “Sì, ho adempiuto ai miei doveri”. Adempire è una forma alternativa e ugualmente accettata di adempiere. In questo caso il participio passato è adempito. |
Ardere | Arso. Io ho arso, tu hai arso, ecc. Sicuramente non ardito. |
Competere | Competere è difettivo del participio passato, per cui non esiste né competuto né compesso o altre oscenità simili… |
Delinquere | Di questo verbo è attestata solo una forma arcaica e totalmente caduta in disuso, delinquito. |
Dirimere | Anche dirimere è un verbo difettivo e non ha participio passato. |
Esigere | Esatto, sì, esatto. È proprio questo il participio passato di esigere, dal latino exigere, da cui deriva anche l’aggettivo esatto. Da qui, inoltre, esattore, colui che riscuote il pagamento delle tasse. |
Espellere | Non è sicuramente espelluto, ma più semplicemente espulso. |
Incutere | Il participio passato di incutere è incusso. Poi, ovviamente, sta a voi avere il coraggio di dire a qualcuno: “Gli ho incusso timore”. |
Negligere | Se molti verbi sono difettivi del participio passato, negligere è difettivo di quasi tutti i tempi semplici. Questo verbo, che vuole dire “trascurare”, non prevede l’indicativo presente, il congiuntivo presente e l’imperativo (comprensibile, chi mai potrebbe ordinare “Negligi!”?). Il participio passato è invece negletto. |
Nuocere | Vi sono due possibili forme: nuociuto o nociuto, entrambe accettate. |
Porgere | Porto. Io ho porto, tu hai porto, ecc. |
Porre | Sebbene sembri facile, molti possono essere colti da un attimo di esitazione prima di dire “Ti ho… ponuto… una domanda…?” No, è posto. “Ti ho posto una domanda.” |
Prudere | Anche prudere è un difettivo del participio passato. Quindi arrendetevi, non esiste prurso, sebbene qualcuno l’abbia avvistato… |
Scuotere | Scosso. Io ho scosso, tu hai scosso… |
Seppellire | In questo caso, la questione è: sepolto o seppellito? Sono corrette entrambe le forme, sebbene sia maggiormente in uso sepolto. |
Soccombere | No, non è soccombuto. Il participio passato di soccombere semplicemente non c’è, anche questo è un verbo difettivo. |
Splendere | È questo uno dei verbi che più appassionano i fanatici del participio passato. Bene, fatevene una ragione: anche splendere è difettivo, non esiste né splesso né splenduto… |
Succedere | Succeduto o successo? Sono ammesse entrambe le forme, con un’avvertenza: succeduto è usato quando il verbo succedere è inteso nell’accezione di subentrare (“Al re era succeduto il figlio”), mentre successo è più usato nell’accezione di accadere: “Gli ho raccontato quel che era successo”. |
Torcere | Torto. Io ho torto, tu hai torto… |
Vertere | Anche qui, non esiste un participio passato. Non è quindi verso, né tantomeno vertuto… Un interlocutore di De Rienzo qualche anno fa ha rintracciato una forma arcaica e rarissima, vertito, che possono però usare soltanto i più arditi. O arsi? |