Maschile o femminile?

david-bowieNon è una domanda su un artista androgino né un accenno alla sempre citata teoria del gender. È solo la domanda che ci si pone spesso di fronte a molti termini, soprattutto quelli che sfuggono dalla regola generale della desinenza in –a = femminile e in –o = maschile. In particolare, i termini riguardanti il cibo generano dubbi, soprattutto perché influenzati dall’uso regionale. Inoltre, sono molti i prestiti, soprattutto anglicismi, presenti nel nostro vocabolario, a cui spesso non sappiamo se apporre il fiocco rosa o quello azzurro, essendo la nostra lingua priva di un genere neutro.
Ecco quindi un elenco delle parole più “ambigue” e la soluzione ai vostri dubbi amletici.

Adipe, amore, ananas, aspirapolvere, ascensore e asciugamano sono ovviamente tutti maschili. Cosa che molti utenti di Google si chiedono.

Amalgama: sono accettate entrambe le forme. Derivando da un neutro latino, secondo il dizionario Hoepli del Corriere, di norma dovrebbe avvenire un automatico passaggio al maschile nella nostra lingua, ma è molto frequente anche l’uso del femminile, che non è quindi considerato sbagliato.

Asma: come per amalgama, deriva da una parola greca di genere neutro e, terminando in –a, fa sì che persistano dubbi nell’uso. Dovrebbe essere maschile e così viene usato soprattutto in ambito medico, benché nel linguaggio comune molti la usino al femminile. Per questo in quasi tutti i dizionari viene riportato con entrambe le forme.

Barbera: così come per Bonarda, Marsala e Freisa, vini che terminano in –a, sono corrette entrambe le forme, il Barbera e la Barbera.

Cheesecake: che sia il cheesecake o la cheesecake è una diatriba vecchia quanto l’introduzione del dolce americano nelle nostre cucine. Come spesso accade per i prestiti, il genere viene attribuito dalla parola più affine nella lingua di arrivo, però qui scatta la controversia: secondo alcuni è la (torta) cheesecake, secondo altri è il (dolce) cheesecake. La questione è ancora piuttosto insoluta, anche se l’uso che sembra stia prevalendo sia quello del femminile.

gesto femminista

Clitoride: è più corretto dire la clitoride, perché deriva dal sostantivo greco kleitorís, che è femminile. L’uso del maschile pare sia derivato dal francese le clitoris.

Componente: può essere sia maschile sia femminile, soprattutto se riferito a persone di cui si deve indicare il sesso (I componenti le componenti di una squadra di pallavolo). Secondo alcuni dizionari vi è una sfumatura importante. Al femminile il termine indicherebbe le parti di un oggetto astratto (Le componenti del pensiero di Kant), mentre al maschile le parti di qualcosa di concreto (I componenti del computer).

Eco: femminile, la eco, sebbene al plurale faccia gli echi.

E-mail: tralasciando (o rimandando) la questione sull’uso di mail o e-mail, diciamo subito che il termine è entrato nell’uso con il genere femminile, perché, secondo la regola ricordata in precedenza, riprende quello di posta, casella di posta o lettera, tutti femminili (sebbene secondo alcuni si potrebbe pensare a il mail, il messaggio).

Fitness: è più corretto al femminile, come attestato da Treccani e altri vocabolari, sebbene in molti dicano il fitness.

Font: maschile. Il font, che deriva, secondo l’uso corrente, dal carattere (maschile) di stampa. Alcuni dicono la font, perché ricorda la fonte tipografica, ma sono due cose diverse, come spiegato dall’Accademia della Crusca.

Genesi: quando si parla del primo libro della Bibbia può sorgere il dubbio perché viene in mente il (libro) Genesi. In quel caso sono quindi accettate entrambe le forme.

Gorgonzola: maschile. Sebbene in alcune parti d’Italia si ostinino a mangiare la Gorgonzola.

Plasma: è maschile, come la parola greca da cui deriva.

Iris: è più corretto dire la iris, nonostante sia attestata anche la forma maschile nell’uso comune, tanto che alcuni dizionari danno per corrette entrambe le forme.

Propoli: sono accettate entrambe le forme, il propoli e la propoli.

Philadelphia: non stiamo ovviamente parlando della “città dell’amore fraterno”, ma del più vicino formaggio spalmabile, che è più corretto chiamare il (formaggio) Philadelphia (come scrisse De Rienzo qualche anno fa), anche se in molti dicono la Philadelphia.

Purè: sebbene la parola francese da cui deriva, la purée, è femminile, si dovrebbe dire il purè o al massimo, italianizzandolo, la purea.

Samba: il nome originale in lingua portoghese è maschile, ma nella nostra lingua è passato anche nella versione femminile, che è ugualmente accettata.

Wi-fi: come per altri forestierismi, la regola è imposta dell’uso. Al momento la questione è abbastanza in bilico e oscilla tra il wi-fi, che personalmente uso anch’io, e la (rete) o la tecnologia wi-fi (wireless fidelity). Inoltre, se facciamo il passaggio da fidelity a fedeltà, diamo un altro punto al femminile. Facendo una semplice verifica delle occorrenze su Google, la wifi batte di poco il wifi (531 000 a 478 000 risultati). Conforta sapere che anche i cugini d’oltralpe sono smarriti sulla questione e si chiedono sui forum se sia più corretto “au masculin ou au féminin”. Proprio loro, che usano l’ordinateur con la souris, si staranno piegando allo strapotere linguistico della regina?

Pubblicato da Carmela Giglio

Cacciatrice di sinonimi, scalatrice di costrutti sintattici, esploratrice di ambiguità semantiche, con un'improvvida attrazione per tutto ciò che è visuale e visionario.