Cos’è QuiProQuo e cos’è un “qui pro quo”

Jodie Foster

QuiProQuo Magazine nasce con la volontà di dare una mano, in maniera semplice e veloce, a chi ha dubbi, curiosità e domande sulla lingua italiana. Che vi serva per la tesi di laurea, per la redazione del curriculum vitae, per inviare un sms romantico al partner senza fare brutta figura, su QuiProQuo potrete trovare la risposta a tutti i dubbi più scottanti (e imbarazzanti) che possono venirvi in mente nella vita di ogni giorno. Iniziamo quindi proprio dall’espressione qui pro quo.

Cosa vuol dire e quando si usa qui pro quo?
Qui pro quo deriva da un’espressione del latino tardomedievale, quid pro quo, in particolare del linguaggio delle antiche ricette farmaceutiche: veniva infatti usata per segnalare che un medicamento poteva essere utilizzato al posto di un altro. Nel linguaggio odierno si usa per indicare un fraintendimento o un equivoco (ad esempio: C’è stato un qui pro quo: non hai capito cosa intendevo!; A causa di quel qui pro quo con la commessa ho comprato il libro sbagliato).

Curiosità
Nei paesi anglosassoni, si usa l’espressione quid pro quo, ma con un altro significato, in maniera simile al nostro do ut des, cioè uno scambio alla pari di favori. Questa locuzione è, ad esempio, protagonista di una scena (che potete vedere qui) del celebre film Il silenzio degli innocenti (The Silence of the Lambs) del 1991, in cui Hannibal Lecter (Anthony Hopkins) spiega all’agente dell’FBI Clarice Starling (Jodie Foster) i termini del loro accordo.

Qui pro quo è anche il titolo di un libro di Gesualdo Bufalino, scritto nel 1991, e compare nei celebri versi di Eugenio Montale, in Ossi di seppia (Non amo. / Chi sono, ciò che sembro. / È stato tutto. / Un qui pro quo).

Pubblicato da Carmela Giglio

Cacciatrice di sinonimi, scalatrice di costrutti sintattici, esploratrice di ambiguità semantiche, con un'improvvida attrazione per tutto ciò che è visuale e visionario.